Il Corpo Incorrotto

La salma di Santa Rosa è conservata nel Monastero omonimo entro un’urna vitrea, sormontata da un baldacchino in legno con putti adoranti in argento,dono Seicentesco del Cardinal Sacchetti.

Nel corso dei secoli il corpo,vestito con gli abiti tradizionali dei Terziari Francescani, a ricordo della laicità di Rosa durante la sua vita terrena, è stato conservato senza alcuna precauzione conservativa,se si esclude l’uso di cere protettive.

Addirittura, nel Rinascimento, l’urna era munita di una finestra attraverso la quale i fedeli potevano toccare il corpo della Santa.

La mummia rischiò di andare distrutta nel Trecento,a causa di un incendio che distrusse parte del baldacchino,ma non ne intaccò il corpo,salvo una leggera bruciatura che ne scurì l’aspetto.

Nel 1921 fu effettuata una ricognizione scientifica,che appurò il perfetto stato conservativo. I medici,diretti dal prof. Neri, estrassero il cuore della Santa, da quel momento conservato in un reliquiario argenteo,dono di alcuni prelati polacchi.

Nel 1996 fu iniziata un’ altra accurata verifica dello stato del corpo,effettuata dall’ equipe del prof. Capasso per conto del Ministero dei Beni Culturali,che ne ha evidenziato l’eccezionale stato di conservazione.

Sono state effettuate delle accurate radiografie,che hanno confermato l’integrità dello scheletro e la straordinaria presenza di tessuti molli,macchie epatiche e tessuti cerebrali. La conferma della straordinarietà di Santa Rosa è ribadita anche dalla grave malattia che l’affiggeva; la mancanza congenita dello sterno che,nei rari casi conosciuti, ha una mortalità infantile elevatissima. Santa Rosa invece visse fino all’età di diciotto anni. L’esame radiografico della dentatura ha, infatti, permesso di confermarne l’età. L’osservazione al microscopio elettronico ha dimostrato l’esistenza di alcuni bulbi piliferi di colore nero, e ha evidenziato il colore blu delle sclere dei suoi occhi. Queste analisi,unite ai nuovi strumenti messi a disposizione dall’evoluzione tecnologica,hanno anche permesso una ricostruzione grafica del volto della Santa.

Tra le altre scoperte, il corpo presenta i segni di una ferita al braccio,che confermerebbe la partecipazione di Rosa alla difesa di Viterbo dalle truppe di Federico II.

La comunità scientifica,di fronte al risultato di questa ricognizione, non ha parlato di miracolo, ma di eccezionalità del corpo di Santa Rosa.